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Cannabis terapeutica e il possibile utilizzo nella cura del covid-19

L’utilizzo della Cannabis nella medicina occidentale risale al XIX secolo, quando William B. O’Shaughnessy e Jacques-Joseph Moreau, riconobbero il valore terapeutico di questa sostanza. L’uso della Cannabis in medicina sarebbe cominciato a diminuire verso la fine del XIX secolo a causa della difficoltà nel controllare i dosaggi e dell’aumento della popolarità dei farmaci sintetici e derivati da oppio, più facili da usare e da iniettare.

Nel XX secolo l’uso medico della Cannabis fu sospeso a causa dell’introduzione del proibizionismo, ma anche alle difficoltà di replicare le ricerche sugli effetti benefici della pianta a causa dell’estrema variabilità delle tipologie esistenti e delle sostanze contenute in esse. L’interesse medico per la Cannabis si risvegliò all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso, in seguito alla scoperta del cannabidiolo (CBD), nel 1964 da parte del team coordinato da Raphael Mechoulam, professore di chimica alla Università di Gerusalemme, e successivamente del ∆-9 tetraidrocannabinolo (THC), il principale componente psicoattivo della Cannabis. Da questi anni in poi l’uso della Cannabis a scopo medico venne riconsiderata anche in molti paesi europei. In Italia si dovrà attendere sino al 2013, anno in cui sotto spinta delle pressioni comunitarie, si accetta la possibilità di utilizzare cannabinoidi come terapia.

Attualmente sono riconosciute le funzioni terapeutiche della Cannabis e dei cannabinoidi per il trattamento del dolore cronico negli adulti, come antiemetici nel trattamento della nausea e del vomito indotti da chemioterapia, per migliorare i sintomi di spasticità della sclerosi multipla e nei sintomi del Parkinson. Ci sono prove moderate che la Cannabis e i cannabinoidi siano efficaci per migliorare la qualità del sonno nella sindrome dell’apnea ostruttiva, la fibromialgia, il dolore cronico, aumentare l’appetito e diminuire la perdita di peso in pazienti con HIV/AIDs, migliorare i sintomi della sindrome di Tourette, i sintomi di ansia e i sintomi del disturbo post-traumatico da stress.

A seguito della pandemia da Covid-19 alcuni studi internazionali stanno valutando le potenzialità dell’uso della Cannabis e dei cannabinoidi come coadiuvanti nella cura delle complicanze legate all’infezione da Coronavirus. 
Uno studio canadese, con risultati ancora preliminari, ha testato degli estratti di Cannabis sativa medica ad alto contenuto di cannabidiolo (CBD) osservando una riduzione dei livelli di Ace2 e di Tmprss2, le proteine che il virus sfrutta per entrare nelle cellule.

Negli Stati Uniti, uno studio del Medical College of Georgia pubblicato sulla rivista scientifica Cannabis and Cannabinoid Research, avrebbe dimostrato che il CBD favorisce una netta diminuzione dei sintomi clinici della malattia e del processo di danneggiamento dei polmoni. La pubblicazione sostiene in particolare che il CBD sia in grado di regolare la violenta reazione che il sistema immunitario scatena contro Covid. Una delle minacce principali di Sars-CoV-2 è infatti la risposta immunitaria esagerata che – invece che limitarsi ad uccidere il virus – 2satura” i polmoni rendendoli non più efficienti nel fornire ossigeno al corpo ed eliminare CO2, scarto della respirazione. Le ricerche sui topi sembrano dimostrare che con dosi di CBD puro somministrate per tre giorni, gli esemplari hanno mostrato valori di saturazione polmonare nettamente migliori ed una diminuzione della temperatura.

In Brasile, verrà realizzata dall’Instituto do Coracao (Incor) una ricerca per testare su 1000 pazienti l’utilizzo del CBD nel trattamento del Long Covid, cioè un insieme di disturbi e complicazioni che interessano diversi organi e non solo i polmoni, come si credeva inizialmente, e che alcune persone hanno manifestato dopo aver contratto la malattia e dopo essere formalmente guariti. La ricerca, con una durata prevista di tre mesi, mira a scoprire se il CBD può essere in grado di equilibrare le proteine che regolano la risposta immunitaria, così come avviene con altre malattie.

Lo sapevi che…

  • La storia dell’uso della Cannabis con scopi terapeutici è vecchia di millenni, già in un trattato sull’uso delle piante medicinali in Cina si racconta come l’imperatore cinese Shennong, vissuto intorno al 2737 a.C., adoperasse la resina prodotta dalla pianta di Cannabis per uso terapeutico, in particolare come cura per la stitichezza.
  • In Italia alcuni anni fa fece molto scalpore la storia di Walter de Benedetto, malato di artrite reumatoide. L’umo, notando gli effetti benefici della Cannabis e non avendone a disposizione dosi sufficienti, iniziò a coltivarla con l’aiuto di un amico, finendo poi indagati e le piante sequestrate. 
  • Nel 2020 l’Onu ha riconosciuto la Cannabis come sostanza terapeutica. La Commissione delle Nazioni Unite sugli Stupefacenti ha quindi deciso la declassificazione della Cannabis dalla tabella delle sostanze pericolose.

Dubbi e domande:

Anonimo,
Secondo voi è vero che il cbd ha effetti benefici sulla salute?…


Gli scienziati stanno studiando se il CBD potrebbe aiutare a curare l’infiammazione che accompagna alcune infezioni da coronavirus…