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Uso della marijuana in medicina

La marijuana si ricava dalle infiorescenze essiccate della canapa ,originaria dell’Asia centrale. Contiene delle molecole in grado di agire sul sistema nervoso centrale e periferico. In base alla percentuale delle molecole contenuti nei preparati quali il Thc, ovvero tetraidrocannabinolo, e di Cbd, ossia cannabidiolo, è possibile ottenere un effetto analgesico e rilassante.

In medicina si parla in particolare della “Cannabis FM-2” che viene prodotta anche in Italia in conformità alle direttive europee in materia di medicinali, sulla base di un processo produttivo controllato ed eseguito in una officina farmaceutica autorizzata dall’AIFA- Agenzia Italiana del Farmaco. La distribuzione è autorizzata dall’Organismo statale per la cannabis, attivo presso il Ministero della Salute. Ultimamente alcune farmacie in Italia, come prodotto galenico, producono già altre formulazioni con concentrazioni di THC fino a 19% in soluzione con olio, formulazioni decotti da preparare simil tisane e formulazioni inalatorie per aerosol con specifici erogatori.
É possibile utilizzare questi preparati nei casi in cui si necessiti di alleviare dolore oncologico ad esempio, ma anche disturbi cronici associati a sclerosi multipla o a lesioni del midollo spinale.

La marijuana può essere indicata per far fronte ad alcuni effetti avversi della chemioterapia, della radioterapia o di alcune terapie per l’HIV. L’uso terapeutico e medicinale interessa anche chi è affetto da malattie reumatiche o neuropatie. Inoltre, la cannabis è efficace come stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia o in pazienti oncologici. Infine può ridurre i movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette.

In Italia le regioni si sono organizzate attraverso emanazione di leggi a carico dei servizi sanitari regionali che regolano la produzione e l’utilizzo di farmaci e preparazioni galeniche da usare in medicina.


Lo sapevi che:

L’introduzione della Cannabis nella medicina occidentale risale al XIX secolo da William B. O’Shaughnessy e Jacques-Joseph Moreau, che riconobbero il valore terapeutico di questa sostanza. Nel XX secolo fu sospeso il suo utilizzo a causa dell’introduzione del proibizionismo, ma anche dalle difficoltà di replicare i suoi effetti a causa dell’estrema variabilità dell’efficacia dovuta alle diverse tipologie di pianta esistenti. Solo più recentemente sono arrivati conferme e scoperte scientifiche in merito all’utilizzo medicale. Il THC fu scoperto nel 1964 mentre tra il 1990 e il 1993 vennero scoperti i recettori CB1 e CB2, in grado di interagire con i cannabinoidi. Dagli anni ’90 ad oggi il numero di pubblicazioni scientifiche che si occupano di studiare e analizzare l’uso terapeutico della Cannabis è in continua crescita.

Dubbi e domande:

Valeria, 17 anni
Una mia amica soffre di attacchi di panico da un anno…
Federica, 18 anni
Il mio ragazzo si fa qualche tiro di canna ogni tanto con gli amici…


Nel film “50 e 50” il protagonista scopre di avere il cancro e comincia a fumare erba…