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Uso di sostanze e minori

Sempre più numerosi i giovani che fanno uso di sostanze stupefacenti e alcoliche. I recenti dati del 2019 da parte della comunità scientifica e delle rilevazioni in Italia, sottolineano la precocità e l’aumento dell’utilizzo in fasce d’età sempre più giovani.

Diversi studi epidemiologici hanno messo in evidenza come l’adolescenza sia l’età in cui si entra in contatto per la prima volta con le sostanze e si sperimentano la maggior parte di esse. 
L’adolescente è chiamato a rispondere al bisogno di scoprire sé stesso, la propria identità e per questo vi è un naturale bisogno di sperimentare. Questa tendenza a sperimentare attraverso comportamenti nuovi, poco abituali e talvolta fuori dalle regole, può portare il ragazzo ad agire per provare nuove esperienze relativamente pericolose, fino a spingersi in atti più rischiosi verso sé stessi e verso gli altri.

Le motivazioni, spesso inconsapevoli, che sono alla base del rischio riguardano il senso di onnipotenza proprio dell’età, gli errori di valutazione e di giudizio riguardo la pericolosità dei propri comportamenti, così come un ottimismo spesso irrealistico. Fattori determinanti sono giocati all’interno del gruppo dei pari, per cui spesso rischiare significa aver successo, farsi accettare dal gruppo, mettendo alla prova sé stessi. Nella ricerca della propria identità il ragazzo può anche andare oltre i propri limiti e confini.

Per cui se riflettiamo tutto questo nella comprensione del fenomeno giovanile dell’uso di sostanze psicoattive, capiamo come l’uso di sostanze per gli adolescenti investe diverse funzioni, molte delle quali sociali e di definizione della propria identità: facilita la comunicazione e condivisione di sentimenti; riduce le emozioni negative in favore di disinibizione ed euforia; riduce il disagio percepito in situazioni nuove ed aumenta la propensione ad assumere rischi (disinibizione del pericolo), oltre che le prestazioni (forza, resistenza). L’uso di sostanze può allora diventare il modo con cui il ragazzo fronteggia o evade da momenti complessi o difficili da gestire della sua età e un aiuto per gestire sentimenti di inadeguatezza, bassa autostima e stati emotivi e psicologici negativi, tra cui l’ansia e l’incertezza.

Tenendo in considerazione che l’identità dell’adolescente è in costruzione e ancora non bene definita, è necessario fare attenzione che l’uso di sostanze non diventi un vero e proprio elemento di definizione della propria personalità ed identità. Per cui il lavoro di prevenzione e di riconoscimento dei rischi rappresenta un atto imprescindibile di responsabilità da parte degli adulti, non solo genitori, ma di tutti gli attori che ruotano intorno ad un fenomeno non più soltanto di disagio individuale, ma anche sociale e comunitario.

La prevenzione si basa sul potenziamento dei fattori di protezione, che riducono il rischio di iniziare e di proseguire nell’uso di sostanze e che promuovono lo sviluppo sano dell’adolescente: la protezione familiare, l’adattamento nel contesto scolastico e la buona relazione nel gruppo dei pari, le caratteristiche individuali di sicurezza ed autostima. Mentre la conoscenza dei fattori di rischio che possono essere legati all’ambiente familiare, sociale, scolastico e a fattori individuali di fragilità rappresenta un punto di valutazione e anche di intervento per migliorare le condizioni preesistenti.

Un altro aspetto da tenere in considerazione è quello di riconoscere e comprendere che uso fa il ragazzo della sostanza per capire la motivazione alla base del comportamento, sia esso un uso sperimentale, occasionale o abituale, legato ad un maggiore disagio emotivo.
In effetti, nel contesto concreto delle devianze minorili, spesso accade che il minore spacci, a sua volta, la dose illegalmente ricevuta, così come frequente è la fattispecie del consumo ludico-ricreativo di gruppo, in cui l’infra-18enne si rende responsabile sia della cessione di droghe a terzi coetanei sia del consumo personale.
Questo è indicativo del fatto che il rischio per l’adolescente diventa non solo un rischio di salute, ma anche un rischio penale, di cui spesso i ragazzi non sono consapevoli.

Lo sapevi che:

  • In Italia sono 660 mila i ragazzi che hanno fatto uso di sostanze stupefacenti nel corso del 2018, l’ultimo dato disponibile inserito nella Relazione al Parlamento italiano del 2019. Sono 334 morti per overdose nel corso del 2018, con un raddoppio dei decessi fra le donne rispetto al 2017. I numeri non smettono qui di inquietare: 8 tossicodipendenti su 100 sono minori – tra quelli in carico agli uffici dei servizi sociali – tra quelli che vengono inviati in strutture specializzate.
  • I benefici che inizialmente sembrano derivare dal consumo di droghe non compensano i danni che ne derivano: le modificazioni dei processi funzionali cerebrali, diventano sempre più durature con l’uso, fino a determinare conseguenze molto gravi.
  • L’uso della marijuana può impedire di sognare. Diversi studi hanno rivelato che il consumo abituale di cannabis riduce la fase di sonno REM, ossia la fase in cui si sogna.

Dubbi e domande:

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