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Natale in pandemia, IdO: Lasciamo che i bambini facciano emergere ciò che provano e abbracciamoli

"Con la fantasia, l'amore e l’autentica presenza degli adulti di riferimento, non sarà difficile riaccendere la magia delle feste"

Siamo alle porte del Natale, il secondo in regime di pandemia. Quest’anno le restrizioni sembrano essere minori ma, nonostante siano passati giorni, mesi, anni siamo ancora al centro di un dramma mondiale. Ancora quarantene, Dad, feste disdette, attività sportive sospese, poesie costellate da elementi pandemici, tamponi come pane quotidiano, addirittura assenze da scuola in via del tutto ‘precauzionale’. In un clima simile, dove è andata a finire la magia del Natale?

Purtroppo, chi sta pagando lo scotto di questa situazione sono proprio i bambini, che da una parte si sono dimostrati i più responsabili, seguendo le regole scrupolosamente, ma che d’altra stanno gradualmente perdendo fiducia: sembra non si arrivi mai a una soluzione davvero risolutiva.
I più piccoli sono sempre più stanchi e provati dagli effetti collaterali della pandemia. Cosa fare quindi per aiutarli a essere più sereni?

Se guardiamo al passato, storicamente l’uomo, e quindi anche i bambini, hanno vissuto ciclicamente dei periodi di criticità. Andando non troppo lontano nel tempo possiamo ricordare le conseguenze di eventi come i terremoti nel centro Italia, il crollo del ponte di Genova e tanti altri episodi di cronaca che hanno coinvolto intere comunità. Pensiamo a quante destabilizzazioni, privazioni e incertezze hanno dovuto subire i minori in queste situazioni. L’équipe dell’IdO si è trovata ad intervenire in molte di queste realtà a sostegno dei giovani che, effettivamente, se aiutati da subito, in modo adeguato e con continuità, insieme alle loro famiglie, sono riusciti ad andare avanti e a crescere in modo sufficientemente sereno, trovando un equilibrio anche nel caos.

Uno degli aspetti centrali, quando un dramma coinvolge un’intera comunità, è la condivisione, il sentirsi tutti accomunati dallo stesso dolore e, di conseguenza, il sentirsi meno soli.
È importante anche trovare delle soluzioni e delle alternative a ciò che non si può fare. Non ci si può abbracciare? Allora cerchiamo un rituale per salutarci. Non si possono fare feste? Allora vediamoci all’aperto. Non si può andare a scuola? Allora dedichiamo quello spazio ad attività che altrimenti non avremmo potuto fare, magari passando del tempo con i propri cari. Sappiamo che non si tratta di soluzioni completamente risolutive, ma spesso le alternative creative sono apprezzate dai bambini. Aiutiamoli ad attivare la fantasia in questo momento di stasi, del resto le più grandi idee non sono nate proprio così?

Inoltre, è fondamentale essere sinceri e autentici. Da parte del mondo degli adulti si vedono due tendenze che sarebbero da evitare nella loro forma più estrema: o la negazione, per cui si tende a comportarsi come se nulla fosse, o l’iperprotezione, per cui il rischio è di evitare di fare anche le cose che si potrebbero fare in modo sereno. Questi atteggiamenti non aiutano, quindi è importante spiegare come stanno le cose, riconoscendo che ci vorrà ancora del tempo e che dovremo trovare un modo per convivere al meglio possibile con questa situazione, condividendo le emozioni di rabbia, stanchezza, delusione, senza avere paura di dar voce a sentimenti che tutti proviamo. Questo farà sentire i bambini sollevati. Diamo loro la possibilità di lasciare emergere ciò che provano, per poi perdersi in un abbraccio consolatore. Aiutiamoli a trasformare la difficoltà in qualcosa di utile e a scoprire parti di loro che forse, in altre situazioni, non avrebbero saputo di avere.

Sottoporsi al tampone può diventare una prova di coraggio, che, una volta superata, permette ai più piccoli di accorgersi della forza nascosta dentro ognuno di noi. Anche di fronte a una privazione, il riuscire a resistere, ad avere pazienza, il sapere aspettare tempi migliori, può restituire ai bambini un’energia vitale e una consapevolezza di sé, tali da renderli più forti e più sicuri.

Quindi, anche se, ancora una volta vivremo feste diverse da quelle di pre-Covid, dobbiamo ricordare che ai bambini basta davvero poco e che non sarà difficile, con tanta fantasia, amore e con l’autentica presenza degli adulti di riferimento, riaccendere la magia del Natale.

L’èquipe degli esperti IdO