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I funghi alluginogeni e le lore caratteristiche magiche

Hai mai sentito parlare di funghi allucinogeni? Questo nome potrebbe far pensare a “droghe psichedeliche” degli anni 60. Il termine “funghi allucinogeni” viene utilizzato per designare più di 100 specie di funghi con la capacità di provocare effetti sul cervello, definiti anche funghi magici.
Wikipedia ci suggerisce che con il termine generico di funghi allucinogeni si indicano le specie di funghi dalle caratteristiche psicoattive (sia psichedeliche, come nel caso dei funghi contenenti psilocibina, che più genericamente inebrianti, come in quelli contenenti muscimolo e acido ibotenico). Ne esistono circa duecento specie, diffuse in tutto il mondo, e ogni anno i micologi ne classificano di nuove.

Durante il ventennio 1970-1990, molti studiosi hanno avviato una minuziosa indagine sulla specifica flora europea, scoprendo inaspettatamente un’eccezionale ed incredibile varietà di funghi potenzialmente allucinogeni. Hanno scoperto 38 specie di funghi europei con principi attivi psilocibinici, oltre alle due famose specie Amanita muscaria e Amanita pantherina.
La specie di gran lunga più utilizzata attualmente, risulta essere la Psilocybe semilanceata o liberty cap (cappello della libertà) come viene chiamato dai raccoglitori in Nord America ed in Inghilterra. La presenza di questo fungo è stata accertata e documentata nell’America del Nord (Canada e Stati Uniti), in quella del Sud (Cile), in Europa, in Australia (Tasmania), e forse anche nella Repubblica del Sudafrica.

Una sostanza psicoattiva, in grado di agire sul cervello e sulla mente. Le sostanze psilocibina e psilocina sono state isolate per la prima volta nel fungo Psilocybe mexicana e si è scoperto che, nell’assunzione orale, la psilocibina viene trasformata nella psilocina mediante un processo di defosforilazione. E grazie a questa scoperta si deve quindi considerare la psilocina come il vero responsabile degli effetti sul sistema nervoso centrale umano.
Secondo alcune ricerche sul tema, il consumo dei funghi allucinogeni sembra essere più diffuso tra i giovani che hanno fatto uso di altri stupefacenti. La loro vendita negli smart shops (negozi specializzati nella vendita di sostanze psicoattive “naturali”) alla fine degli anni ’90 e nei primi anni 2000 ne ha sicuramente favorito la diffusione, in particolare in Olanda e Regno Unito.

In linea generale, gli effetti fisiologici sono di breve durata e provocano sintomi quali vertigini, nausea, debolezza, dolori muscolari, tremore, dolore addominale, dilatazione delle pupille, lieve o moderato aumento del battito cardiaco e del ritmo respiratorio e pressione alta; sono stati riportati però anche sintomi di maggiore intensità quali forte mal di stomaco, vomito persistente e diarrea.
Il consumo di funghi magici, definiti anche così nel linguaggio comune, è più frequentemente legato ai rischi per la salute mentale: i soggetti intossicati solitamente appaiono estremamente ansiosi, agitati, confusi e disorientati, incapaci di concentrarsi e di ragionare. Nei casi più seri, si sono riscontrati episodi psicotici gravi, con visioni bizzarre e spaventose, grave paranoia e totale perdita del senso di realtà, che possono condurre a incidenti, atti di autolesionismo o tentativi di suicidio.
Secondo la ricercatrice della John Hopkins University di Baltimora, nel Maryland, Katherine MacLean, assumere una sola dose di funghi allucinogeni può alterare la personalità di un individuo per oltre un anno, o addirittura provocare cambiamenti radicali e permanenti.

I funghi allucinogeni possono essere mangiati crudi, bolliti in acqua per farne un tè o cotti con altri cibi per coprirne il sapore amaro. Una volta ingeriti, gli effetti compaiono dopo circa 30 minuti e hanno una durata variabile tra le 4 e le 6 ore.
Ma quali sono i rischi per le persone che consumano questo tipo di sostanze? Chi fa uso di funghi allucinogeni (o più in generale di sostanze allucinogene) corre un rischio reale di diventare psichicamente dipendente da queste sostanze. Gli effetti che il nostro cervello prova utilizzando queste sostanze possono indurlo a voler, ripetutamente, rivivere quel tipo di esperienze, portando la persona ad un serio problema di dipendenza.
Inoltre, come spesso accade, il consumo continuo e regolare di queste sostanze allucinogene causa una sorta di effetto “tolleranza”: il risultato è che per avere effetto si consumino dosi sempre maggiori.

Lo sapevi che:

  • Dal 2001, alcuni paesi dell’Unione Europea hanno introdotto norme più severe sui funghi allucinogeni per contrastarne il consumo dilagante.
  • Evidenze storiche e archeologiche dimostrano che una pluralità di culti e tradizioni, sia a scopo religioso sia terapeutico, si è sviluppata intorno ai funghi magici. Infatti, i cactus e i funghi psichedelici erano e sono tuttora tradizionalmente diffusi presso le popolazioni indigene di diverse aree dell’America e il loro uso, legato a riti sacri, è fatto risalire al 2000 a.C. e si è poi perpetuato verso le culture degli Inca, degli Aztechi e dei Maya.
  • Alcuni funghi (Psilocybe, Stropharia, Conocybe, Panaeolus) che crescono spontanei nel Messico meridionale, venivano chiamati dagli Aztechiteonanacatl” (carne degli Dei) ed erano utilizzati dalle popolazioni indigene, insieme ad altre sostanze allucinatorie, nei riti magici e divinatori.

Dubbi e domande:

Mario, 23 anni
È illegale coltivare i “funghi magici” in Italia?…


Nel film “Shrooms” un gruppo di studenti va a fare campeggio in Irlanda. Non sono per nulla interessati al paesaggio e invece molto attratti dai funghi allucinogeni che si dice si possano trovare in loco…