fbpx
Aut.Decr.Reg.Lazio - Accreditato con il S.S.N (Servizio Sanitario Nazionale) - Associato F.O.A.I. (Federazione degli organismi per l’assistenza delle persone disabili)
UNI EN ISO 9001 EA 38

Formazione, IdO: A gennaio riparte il corso biennale sul mondo dell’infanzia

Magda Di Renzo: E' rivolto a tutti gli psicoterapeuti. Focus sulla corporeità

“Un corso rivolto a tutti gli psicoterapeuti che vogliono fare un approfondimento sul mondo dell’infanzia. Seguendo il modello della nostra scuola di psicoterapia, che si basa su un modello psicodinamico di impostazione junghiana, il corso mette al centro della relazione la corporeità del bambino, del ragazzo e del paziente in generale, ma anche del terapeuta. Finalizzato proprio a questo obiettivo è l’inserimento di laboratori esperienziali che consentano di elaborare il controtransfer corporeo dell’analista nei confronti del bambino e del ragazzo”. A illustrare le finalità del prossimo corso biennale su ‘Valutazione e psicoterapia nell’età evolutiva’ dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) e’ Magda di Renzo, responsabile del servizio Terapia dell’IdO.

“Con l’esperienza- aggiunge l’analista junghiana- abbiamo visto che è molto interessante come, provenendo gli psicoterapeuti da diverse scuole di formazione, si crei un’integrazione di linguaggi su cui noi lavoriamo in maniera particolare”.

Entrando nel dettaglio del programma formativo che partirà a gennaio, la psicoterapeuta dell’età evolutiva spiega che “nel primo anno del corso si è riservata un’attenzione particolare al bambino, alla sua evoluzione, a come valutare le sue prestazioni e i suoi livelli di sviluppo, perché generalmente chi ha una formazione psicoterapeutica non ha approfondito questi aspetti. Nel secondo anno- prosegue- il focus verrà invece spostato sulle modalità terapeutiche necessarie per affrontare la relazione con il bambino, che necessita di maggiori strumenti di quanti sono necessari nella relazione con l’adulto. Lo psicoterapeuta infantile- tiene a precisare Di Renzo- deve essere più flessibile, deve utilizzare linguaggi diversi, non solo quello verbale, e deve prendere in considerazione la complessità perché il bambino non è mai solo, è sempre accompagnato da un adulto. Nel nostro setting- conclude- entrano sempre i genitori, le famiglie, la scuola e tutto ciò che gravita intorno al bambino”.