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BAMBINI PLUSDOTATI. UNA RISORSA NON UN PROBLEMA

GIORNATA DI STUDIO - 18 Ottobre 2014

Massima attenzione sui disagi dei minori dentro e fuori le scuole italiane con la due giorni di seminari dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) a Roma sui ‘Bambini plusdotati. Una risorsa non un problema’ e ‘Lo sportello tra i banchi. Un approccio psicodinamico nell’ascolto dei ragazzi’.
IDO ATTIVA LABORATORIO PLUSDOTATI PER CENTRO-SUD ITALIA – L’IdO ha attivato un laboratorio per bambini plusdotati, in collaborazione con l’Università degli Studi di Pavia (Unipv), per colmare un gap culturale che mantiene nell’ombra il 5% dei minori italiani (in media uno per classe).
COS’E’ LA PLUSDOTAZIONE – La plusdotazione è una “complessa costellazione di caratteristiche genetiche comportamentali e psicologiche che hanno a che fare con i contesti di appartenenza dell’individuo. È possibile parlare di plusdotazione- chiarisce Zanetti- quando un bambino sviluppa o ha il potenziale per sviluppare almeno un’area di eccellenza se confrontato con i suoi pari”. Dunque una caratteristica centrale dei bambini gifted è un’elevata capacità di pensiero e di linguaggio, un elevato quoziente intellettivo e, in alcuni casi, una spiccata creatività che può esprimersi in termini accademici, artistici o sportivi. Ad esempio,  bambini molto abili nella socializzazione rientrano nella plusdotazione per le loro capacità di leadership.
DOVE NASCE IL DISAGIO – Il disagio che si manifesta nel bambino plusdotato “nasce nel momento in cui entra all’interno del contesto scolastico e si trova a confronto con programmi didattici che non rispondono a pieno alle sue potenzialità. In qualche modo- prosegue la direttrice di LabTalento- il rischio è che il bambino si veda costretto a livellarsi per riuscire a stare dentro la classe”. Da questo vuoto formativo e informativo possono insorgere delle problematiche più visibili nei maschi: “Le femmine tendono maggiormente ad adattarsi al contesto mentre gli uomini diventano irrequieti quando provano noia, arrivando ad avere anche comportamenti disfunzionali all’interno della classe. Per questo motivo vengono spesso sottoposti a valutazione neuropsichiatrica”.
LA PREVENZIONE DEVE ESSERE FATTA A SCUOLA – La scuola è il luogo principe della formazione, ed è qui che “bisogna sviluppare un’intensa attività di prevenzione. I comportamenti a rischio (droga, alcol, sexting, ecc.), l’illegalità, il bullismo, la violenza e tutte le condizioni di malessere e disagio vengono alla luce nei luoghi di aggregazione degli adolescenti- spiega Flavia Ferrazzoli coordinatrice dell’équipe di psicoterapeuti dell’IdO che lavora nelle scuole- ed è lì che dobbiamo essere. Un lavoro da fare nella realtà quotidiana dell’adolesciente prima ancora che nella clinica”. Gli insegnanti “devono quindi essere informati e formati per lavorare in classi inclusive- aggiunge- dove bambini sofferenti, perché plusdotati o con storie di disagio alle spalle, possano essere contenuti,compresi e incoraggiati per sostenere a pieno un loro sviluppo sano”.
GLI SPORTELLI D’ASCOLTO, UN’ESIGENZA IN OLTRE 40 SCUOLE ROMANE – Il 69% degli studenti vorrebbe uno sportello d’ascolto attivo nella sua scuola per trovare uno spazio di supporto e contenimento dei propri vissuti emotivi. Una richiesta che l’Istituto di Ortofonologia (IdO) ha saputo raccogliere sin dal 2006, anno in cui ha attivato sportelli d’ascolto in oltre 70 scuole romane. Un’esperienza lunga quasi un decennio e che ogni anno effettua più di 4.000 colloqui.
SPORTELLO DI ASCOLTO PSICODINAMICO – “Negli sportelli a scuola proponiamo un ascolto psicodinamico- spiega Ferrazzoli- che tiene conto non solo delle parole e della relazione esplicita (ovvero dell’assetto cognitivo della persona), ma anche di tutti quegli aspetti della comunicazione non verbale che non hanno trovato parole per esprimersi. La nostra ottica è quella di aprire e non di chiudere. Apriamo spazi di riflessioni – chiarisce- essendo consapevoli che le risposte esaustive non consentono evoluzioni”.
COSA SIGNIFICA ASCOLTO PSICODINAMICO – “L’ascolto psicodinamico è un contenimento a più livelli: attento alla pancia, al cuore e alle narrazioni delle persone. Si caratterizza per la mediazione, è anche un ascolto globale all’interno del grande sistema scuola, fatto di insegnanti, dirigenti, personale Ata e genitori. Noi vogliamo sviluppare nei giovani l’idea che si può uscire dalle criticità attraverso un’operazione di smussamento e non di smottamento. Solo così potremo operare in loro un piccolo ma significativo cambiamento”.
FOTOGRAFIA DEL MODELLO: Lo sportello di ascolto è uno spazio a disposizione dei ragazzi una volta la settimana, o ogni 15 giorni in genere dalle 9 alle 13, in base alle esigenze della scuola.  “Ogni sportello ha uno psicoterapeuta. Sono previsti anche sportelli d’ascolto per i genitori con psicoterapeuti che non seguono anche i figli, così da preservare lo spazio del ragazzo. Naturalmente c’è sempre uno scambio di informazioni tra i colleghi. La sinergia è fondamentale- rimarca la coordinatrice- così come un clima sereno tra persone che lavorano seguendo un accordo preciso sul modo in cui muoversi”.

LE DUE GIORNATE – La giornata del 18 ottobre è stata divisa in due momenti: nell’arco della mattina sono state affrontate le strategie di individuazione dei bambini plusdotati e la loro inclusione nel contesto scolastico; il pomeriggio invece è stato dedicato alla valutazione clinica ai fini dell’intervento terapeutico, per stimolare il recupero della stabilità emotiva del bambino nel contesto famiglia. Il seminario del 19 ottobre invece ha avuto come protagonisti gli psicoterapeuti dell’IdO, che hanno raccontato il loro metodo di lavoro nelle scuole con una presentazione di casistiche. Nel pomeriggio hanno infine sviluppato dei laboratori esperienziali.

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