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Autismo. IdO a docenti: Osservarlo come funzionamento atipico

Oggi il secondo incontro sulla neurotipicità, iscritti 3.500 insegnanti

“Osservare l’autismo come un funzionamento atipico. La domanda principale che dobbiamo porci davanti a un bambino autistico non è cosa fare, ma come farlo. È esperienza di tutti gli insegnanti la percezione che il bambino sappia una determinata cosa, ma poi non si riesca a fargliela fare. Questo perché non siamo di fronte a un deficit circoscrivibile, ma a un’atipia di sviluppo”. Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapia dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), ha voluto immediatamente sgomberare il campo da equivoci e falsi miti in apertura della prima delle quattro giornate di approfondimento sui disturbi dello spettro autistico dedicate agli insegnanti e organizzate dall’IdO. L’appuntamento iniziale ha già registrato 2.500 iscritti e 11mila visualizzazioni, oggi è in programma il secondo incontro a partire dalle 16.30 con 3.500 iscritti. La relatrice sarà Federica Milana, psicologa dell’IdO, affiancata da Magda Di Renzo, dalla neuropsichiatra Elena Vanadia e dalla psicomotricista e logopedista Simona D’Errico. È possibile seguire la diretta della lezione a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=73cx2NRhtAg&feature=youtu.be

“Oggi- spiega la psicoterapeuta dell’età evolutiva- si parla di spettro autistico e non più genericamente di autismo, per sottolineare l’eterogeneità dei casi e la totale differenza che esiste tra un bambino con delle semplici atipie di comportamento e uno che presenta invece tutte le manifestazioni del disturbo. La richiesta che costantemente ci arriva da docenti e genitori- precisa Di Renzo- è quale sia il metodo, didattico e non solo, migliore per il bambino autistico. Si tratta di una prima ‘fantasia’ di cui tutti noi dobbiamo occuparci. Confrontandoci con questi bambini dobbiamo sapere che non esiste un metodo efficace per tutti, innanzitutto per la totale diversità di ogni bambino, a prescindere dal disturbo o dal disagio di cui è portatore, ma per le caratteristiche specifiche del disturbo”.

Proprio le caratteristiche dei disturbi dello spettro autistico sono, secondo la psicoterapeuta dell’età evolutiva, “la principale sfida sia alla cura che all’educazione, perché il bambino autistico mette in scacco gli aspetti del nostro lavoro, cioè sia la comunicazione che la dimensione relazionale. È questo che rende impossibile parlare di un metodo universale che si adatti a ogni bambino”.

Arricchendo l’incontro con molti casi clinici ed esempi, Magda Di Renzo ha fornito alcune indicazioni pratiche che consentono di riconoscere segnali di un possibile disturbo dello spettro autistico. “Le atipie che ci consentono di individuare un problema sono la mancata condivisione dell’attenzione, il bambino che non indica e non imita, la mancata capacità di comunicazione, la presenza di interessi sensoriali insoliti, le stereotipie. Tutti questi segnali, che sono verificabili non prima dei 3 anni, ci aiutano a capire. L’autismo non è più quella cosa terribile alla quale siamo stati abituati a pensare- tiene a sottolineare la psicoterapeuta- si sono aperti tanti scenari, non è vero che la risposta è sempre catastrofica. È impegno di noi tutti normotipici- conclude Di Renzo- fare uno sforzo per capire il funzionamento atipico del bambino autistico, che può fare tante cose”.

Ai partecipanti è stato fornito anche un indirizzo email, autismo.scuola@ortofonologia.it, al quale inviare domande e richieste di temi da approfondire e che ha già raccolto oltre duemila messaggi. Per seguire le dirette, avere tutte le informazioni per l’iscrizione al corso e rivedere i precedenti incontri si può accedere al seguente link https://www.ortofonologia.it/autismo-corso-di-formazione-gratuito-per-gli-insegnanti/