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AMA: i gruppi di auto mutuo aiuto nella cura delle dipendenze patologiche

Il gruppo è da sempre la dimensione umana a cui l’individuo ricorre per affrontare e superare le avversità. Sembra infatti che il gruppo sia la forma più antica, semplice ed efficace attraverso cui l’uomo ha trovato conforto, supporto e possibili soluzioni per i problemi della vita. Secondo alcuni filosofi, la legge naturale del mutuo aiuto riveste maggiore importanza della legge darwiniana della sopravvivenza del più forte, come a dire che non sopravvive chi è più forte, ma chi ha un contesto più funzionale di associazionismo e aiuto.

Storicamente organizzazioni di mutuo aiuto sono rintracciabili fina dal periodo romano con i collegia opificum, associazioni costituite da artigiani con l’intento di rispondere, in modo collettivo, ai bisogni delle varie categorie, simili nelle loro funzioni ai moderni sindacati; fino a giungere alle Società di Mutuo Soccorso della fine del ‘700, associazioni volontarie con lo scopo di migliorare le condizioni materiali e morali dei ceti lavoratori basate sui principi di mutualità e di solidarietà.

I gruppi di Auto Mutuo Aiuto (AMA) hanno una lunga storia e riproducono in parte quei gruppi caldi ed accoglienti che la cultura contadina aveva creato secoli fa (i filò contadini), momenti in cui ci si riuniva nel torpore delle stalle per condividere storie e racconti con i membri della famiglia o della comunità e per affrontare insieme i problemi legati alla quotidianità.

I gruppi AMA nel campo della salute mentale si strutturano a partire dalla fondazione degli Alcolisti Anonimi negli Stati Uniti nel 1935. Questi gruppi sono delle associazioni, formali e informali, collocate in una posizione esterna rispetto all’istituzione pubblica e non perseguenti obiettivi economici, che si caratterizzano per i processi di partecipazione e gestione diretta da parte dei membri dell’associazione stessa della propria condizione di salute/malattia e della propria situazione sociale.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) definisce l’Auto Mutuo Aiuto come l’insieme di tutte le misure adottate da figure non professioniste per promuovere, mantenere o recuperare la salute, intesa come completo benessere fisico, psicologico e sociale di una determinata comunità (“Quaderni di sanità pubblica”, 1987). Il valore dell’AMA si basa sull’intuizione che “chi è parte del problema è parte della soluzione”. Questo è possibile perché quando le persone si riuniscono in gruppo funzionano in maniera differente. Avviene una diversa attivazione cognitiva ed emotiva, ad un livello più profondo e complesso. E così le persone, riunendosi in maniera volontaria e spontanea, attraverso il reciproco aiuto, possono realizzare obiettivi di crescita personale, riabilitazione e cambiamento.

I gruppi AMA probabilmente più famosi e più diffusi sono quelli che si basano sul modello degli Alcolisti Anonimi e che prevedono un insieme di principi tra cui l’ammissione della sconfitta e della propria totale impotenza di fronte alla sostanza e la necessità di fare appello ad un Potere Superiore: una dimensione spirituale a cui affidarsi per uscire dalla dipendenza espressa in modi molto diversi, in termini religiosi o non religiosi. Sulla base del modello degli Alcolisti Anonimi si sono poi costituiti i gruppi anonimi per tutti i disturbi da uso di sostanze così come per le dipendenze comportamentali (ad es. per il gioco d’azzardo e per le dipendenze affettive). Come dice il nome stesso, l’associazione garantisce l’anonimato e perciò, nel caso lo si voglia, si può evitare di rivelare la propria identità.

Queste associazioni si finanziano autonomamente e non sono affiliate a nessun tipo di ideale o organizzazione politica, né propongono una forma di religione. Gli stessi membri prestano volontariamente servizio nell’associazione per dare il proprio contributo al funzionamento e mantenimento della stessa. Sono organizzate riunioni con frequenza libera, dove ci si scambiano esperienze e si mette in pratica il programma di recupero, noto col nome di programma dei “dodici passi”, un metodo di recupero basato su un’esperienza consolidata, 12 passi che aiutano la persona dipendente a cambiare stile di vita e a trovare una soluzione ai suoi comportamenti compulsivi.

Lo sapevi che:

  • Nel 1931, un paziente affezionato di Jung, Roland H., non riusciva a smettere di bere. Jung, dopo diversi fallimenti, ebbe un’idea apparentemente bizzarra: consigliò a Roland di iniziare a frequentare l’Oxford Group, un movimento evangelico cristiano che proponeva un totale asservimento al volere di Dio. Roland si convertì e riuscì finalmente a smettere di bere.

  • Anni dopo si ritrovò a parlare della propria esperienza con Bill, un amico, anch’egli alcolista. Anche Bill riuscì a convertirsi e a smettere di bere, ma per mantenere la propria sobrietà sentì l’esigenza di condividere le sue esperienze con qualcuno. Iniziò a parlarne con Bob, e da questa relazione nacque Alcolisti Anonimi.

  • Anni dopo Bill scrisse a Jung poco prima della sua morte, per rivelargli l’inconsapevole contributo che aveva dato alla nascita di Alcolisti Anonimi. Jung rispose che nella sua visione il bisogno di alcol corrispondeva a livello profondo ad un bisogno spirituale insoddisfatto e che “L’uomo normale, non protetto da un’azione che giunga dall’alto e isolato nella società, non può resistere al potere del male…” (C.G.Jung, Lettera a Bill Wilson).

Dubbi e domande:

Ciria, 16 anni
Una persona come può far in modo di superare la dipendenza?…
Giampaolo, 20 anni
Un ragazzo che vuole smettere di drogarsi dove deve recarsi?…


In questa scena tratta dal film “Arturo”, il protagonista partecipa ad una seduta di gruppo di alcolisti anonimi…