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Salute. Prematurità, l’osteopata: Tocco importante per lo sviluppo dei sensi nei neonati

Manzotti (OBM): Attraverso la pelle migliora integrazione vegetativa-sensoriale

“Il tocco nell’osteopatia favorisce l’integrazione di tutti gli aspetti sensoriali oltre che migliorare la mobilità. Attraverso il tocco si dà al bambino uno stimolo di riorganizzazione generale e questo lo vediamo soprattutto nei neonati fortemente prematuri, nei quali ‘l’affective touch’, un tipo di tocco particolare, ha visto modificare i parametri fisici come saturazione e battito cardiaco. Ecco dove sta l’integrazione: attraverso la pelle si potrebbe ottenere una modifica dei parametri fisiologici, che significa una migliore integrazione vegetativa-sensoriale”. A dirlo è Andrea Manzotti, osteopata e fisioterapista che dal 2012 lavora presso il reparto di terapia intensiva dell’ospedale dei bambini ‘Vittore Buzzi’ di Milano e che il 10 luglio sarà tra i relatori del Venerdì culturale su ‘Osteopatia: il corpo nei disturbi sensoriali dell’età evolutiva’, promosso dalla Fondazione Mite in collaborazione con l’Istituto di Ortofonologia (IdO).

E’ proprio in virtù della sua esperienza ospedaliera che Manzotti sta portando avanti delle ricerche su come l’intervento osteopatico possa avere nei più piccoli degli effetti di miglioramento su tantissime aree. “Stiamo osservando i bambini fortemente prematuri e stiamo cercando di costruire un questionario che possa essere predittivo, ossia che ci consenta di capire se all’interno del ricovero ospedaliero ci possano essere dei segnali frequenti e che siano in qualche modo predittivi di problematiche comportamentali. Non bisogna però pensare che l’osteopatia sia una disciplina miracolistica- ci tiene a sottolineare Manzotti- ma in questo caso è ottimale all’interno di un team multidisciplinare, in cui la manipolazione può coadiuvare la riabilitazione di alcune funzioni. Sappiamo che la diagnosi si fa più avanti, quando il bambino è più grande, però nei neonati prematuri ci sono dei segnali interessanti. Per esempio- spiega l’osteopata- nel neonato prematuro che fa fatica a succhiare, a digerire, a piangere,  le funzioni non si integrano perfettamente e quindi si creano delle asimmetrie sensoriali che possono poi generare una situazione problematica quando il neonato cresce e diventa un bambino che può far fatica nel mangiare, ad andare in bagno, etc ”.

Ecco quindi il ruolo del tocco osteopatico. “Quando si tratta un bambino con tecniche che hanno l’intento specifico di lavorare su un’eventuale rigidità o su un aspetto di mobilità alterata, si cerca di dare un messaggio che non è solo legato a migliorare il movimento fisico, ma anche a modificare quelle che sono le espressioni generali sensoriali. Questo perché il tocco si integra poi con tutti gli altri aspetti e quindi modifica la risposta”, spiega Manzotti. “Sto costruendo  un modello in cui cerco di capire come il tocco e i sensi si integrino- dice l’osteopata- Stiamo studiando, per esempio, come l’organizzazione o la disorganizzazione sensoriale abbiano un effetto sul nervo vago e quindi sull’aspetto gastroenterico e sulle realtà sociali, perché il nervo vago viene considerato uno dei nervi più importanti rispetto alla capacità sociale del bambino. La domanda a cui cerchiamo di dare una risposta è: un aspetto sensoriale alterato può in qualche modo essere anche causa della mancanza di capacità del bambino di disattivare l’allarme di pericolo in un ambiente sicuro, oppure di non attivare mai il senso del pericolo in un ambiente non sicuro? Le nostre ricerche puntano a capire se questa disregolazione possa mantenere il bambino sempre in allarme anche in un ambiente sicuro, perché magari sta sentendo un suono non familiare. Stiamo cercando di comprendere se è possibile migliorare l’integrazione sensoriale- aggiunge l’osteopata- è un aspetto molto interessante anche legato al neurosviluppo. Ci sono differenti fasi di sviluppo sensoriale nel bambino, nella pancia e fuori dalla pancia, in cui ci sono delle finestre molto particolari, molto specifiche, in cui c’è la massima disponibilità della corteccia di organizzare i sensi. Superate queste finestre diventa tutto molto più complesso”, conclude Manzotti, che nel corso del Venerdì culturale approfondirà le tematiche della sua ricerca.

Oltre a Manzotti, al Venerdì culturale Mite-IdO parteciperanno Roberto Pagliaro, osteopata direttore dell’Osteopathic College di Trieste e dottore in fisioterapia; Giuseppe Denaro, chinesiologo e osteopata; Maurizio Montoro, osteopata D.O. Coordineranno la tavola rotonda Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie dell’IdO, e Alessandro Laurenti, osteopata docente dell’Osteopathic College di Trieste e della Scuola di Osteopatia Pediatrica CERDO, che da 15 anni lavorano insieme con i bambini con disturbi dello spettro autistico.

Per avere informazioni sulle modalità di partecipazione basta scrivere a scuolapsicoterapia@fondazionemite.org

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