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Salute. Castelbianco: Sul sesso ignoranza perversa in adolescenza, e non solo

Il diretto dell’IdO: Genitori collaborino su visite e informazione a scuola

“Ignoranza perversa sulla sessualità in tutta l’adolescenza, ma anche in età adulta”. Non usa giri di parole Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva e direttore dell’istituto di Ortofonologia (IdO), per inquadrare la situazione italiana alla vigilia della Giornata mondiale del benessere sessuale.

“Il sesso è un tabù che non viene mai affrontato, al punto che in molte scuole troviamo ragazzi e docenti concordi nell’informare sul tema, e molti genitori invece contrari. Le mamme e i papà temono spesso che l’informazione possa condurre i giovani a comportamenti a rischio- continua Castelbianco- mentre, invece, fa calare le pratiche errate, sbagliate e a rischio. Così al posto dell’informazione c’è tanto silenzio, non se ne parla, si crede che i giovani sappiano tutto. Non è assolutamente vero”.

La problematica sessuale nasce già dal contesto familiare. “Vari studi scientifici hanno dimostrato che su 100 ragazze solo il 14-20% vengono portate dal ginecologo. Abbiamo un 80% che non ha mai incontrato uno specialista, senza affrontare questioni come l’igiene intima o le mestruazioni. Devono essere informate- puntualizza l’esperto- e se le mamme non le informano e non le portano dalla ginecologa, è chiaro che poi i genitori saranno anche contrari a che vengano informati i figli a scuola da persone competenti”.

La conseguenza? “I ragazzi si informano a modo loro su internet- avvisa Castelbianco- e continuano a praticare situazioni incresciose, discutibili, ad un’età sempre più bassa. Parliamo non di adolescenza ma di scuola media”.

Sul portale Diregiovani.it l’IdO ha attivato numerosi servizi a disposizione degli studenti: “C’è lo sportello online ‘Chiedilo agli esperti. Medici e psicologi rispondono’, al quale abbiamo aggiunto la rubriche ‘Se so è meglio’- fa sapere lo psicoterapeuta- perché i ragazzi non sanno e vanno informati correttamente. Riceviamo ogni giorno dai 5mila ai 7mila contatti, tra domande e richieste di aiuto, tanto da spingerci a creare delle Faq apposite per offrire a tutti una spiegazione. Sette mila contatti al giorno ci fanno intuire la gravità del problema- puntualizza lo specialista- non aiutarli fa stare male loro ma anche noi”.

Da qui un appello ai genitori: “Chiediamo che le mamme accompagnino le figlie dal ginecologo non a 20 anni, ma a 13-14 anni, e non una sola volta. Questo 18-20% di ragazze che si fanno visitare, lo fanno spesso solo una volta e non sono seguite con continuita’”. E i Papà? “I padri non sono esenti da responsabilità- sottolinea lo psicoterapeuta- in quanto si tratterebbe di questioni femminili. Facciano propria questa proposta e supportino le madri nel fissare gli appuntamenti con i ginecologi, anche se poi saranno le mamme ad accompagnare le figlie”.

I ragazzi vanno dall’andrologo? “Loro vanno solo al Pronto soccorso quando hanno un incidente col motorino o con la macchina. Infatti- ammette lo psicologo- è più complicato portare i ragazzi dal medico. Insieme ai pediatri ci battiamo affinché gli adolescenti possano essere seguiti dal medico che li conosce fin da piccoli. Gli adolescenti devono andare dal pediatra e non dal medico di famiglia- conclude il direttore dell’IdO- perché il pediatra li conosce avendoli seguiti e curati. Esiste già una relazione di fiducia, partiamo da questo”.