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Giovani, Oldani: Tutti ne parlano, pochi li conoscono

Nel 2021 corso Li.S.T.A-IdO sulle fasi di sviluppo di bambini e ragazzi

“Tutti parlano dei giovani, dei ragazzi. Tutti pensano di aver diritto di parola, ma bisogna ricordare che in realtà è una fascia della vita che richiede grande attenzione e capacità di analisi e comprensione delle modalità di sviluppo. I bambini e i ragazzi sono i futuri protagonisti della nostra società, abbiamo il diritto di spendere qualche parola su di loro e abbiamo il dovere di comprendere le modalità del loro sviluppo”. Ad aprire uno spazio di riflessione sulla popolazione 0-18 anni è Michele Oldani, psicanalista junghiano e docente della scuola Li.S.T.A di Milano, che insieme all’Istituto di Ortofonologia (Ido) promuove il corso ‘Età evolutiva – Essere bambini e adolescenti oggi’, in programma dal prossimo gennaio 2021.

“I ragazzi cercano di mantenere una certa distanza dagli adulti, perché pensano che questi ultimi siano scarsamente coerenti e incapaci di capire in profondità le loro esigenze, anche quando le traducono in modo molto materiale. Penso che i giovani tentino di smarcarsi dalle nostre strane richieste, anche se non sempre ci riescono e quindi devono assecondarci”, spiega poi Oldani. Da qui l’esigenza di lavorare su più fronti: una corretta comunicazione nei confronti di bambini e ragazzi, la naturale complessità dell’età evolutiva nelle sue declinazioni psicologiche e sociali, con una particolare attenzione alle distorsioni del percorso di crescita, le modalità in cui è giusto che un bambino o un ragazzo si adatti al mondo e le modalità con le quali sarebbe importante che si adattasse a se stesso, la comprensione della crescita tradizionale, delle fasi dello sviluppo e delle specificità del momento. Sono questi i temi sui quali si concentreranno i due anni del corso che si rivolge, precisa il docente, “non solo a un pubblico specializzato, quindi a psicologi e psicoterapeuti, ma a tutta quella fascia di adulti che di giovani si interessano non solo teoricamente ma anche praticamente, cioè lavorano con essi”.

Il corso Li.S.T.A-IdO nasce quindi come una possibilità estesa di una riflessione approfondita sul mondo dei giovani, “un mondo molto indagato e spesso criticato, a torto o a ragione. Proprio perché è un mondo molto indagato- chiarisce Oldani- con Magda Di Renzo abbiamo pensato di fornire una possibilità di approfondimento sulla dimensione giovanile”.

Nella prima parte del corso, illustra il docente, “si partirà da una visione specifica, cosa vuol dire essere bambini e giovani, cosa significa dal punto di vista psicologico, della formazione e della crescita, quali sono le fasi dello sviluppo di ogni individuo perché bisogna conoscerle per capire se questo sviluppo è anomalo o se sta all’interno di un range di ‘normalità’, di modalità collettive di crescita”. L’attenzione alle modalità collettive di crescita è necessaria, tiene a precisare il sociologo, “perché nel tempo i giovani sono stati considerati diversamente, non c’è stata una visione omogenea del bambino e del ragazzo nel corso dei tempi e delle culture. Il concetto di gioventù- sottolinea lo psicoanalista- è una proiezione dell’adulto e per questo il giovane è stato visto diversamente nel tempo e a seconda delle visioni sono state fatte richieste differenti alla categoria. In alcuni momenti, le richieste sono state basse perché i giovani erano considerati non capaci di comprendere, altre volte le richieste sono state eccessive perché i giovani sono stati caricati di proiezioni ipertrofiche da parte degli adulti”. Ad esempio, continua Oldani, “attualmente i bambini sono iper-stimolati, iper-dotati, super-sensibilizzati e questo potrebbe essere un limite pericoloso perché si richiede all’infante di essere qualcosa che non può o non può ancora essere. Ad esempio, 50 anni fa alla scuola materna, che si chiamava asilo, il tempo era trascorso giocando. Nel tempo si è pensato che il bambino nella scuola materna dovesse sviluppare delle attitudini superiori: la pre-lettura, la pre-scrittura. Così anche per le scuole elementari e per le scuole medie, con un’anticipazione dei tempi che da una parte potrebbe essere una giusta valorizzazione di capacità precedentemente inespresse dai piccoli, dall’altra il rischio è di sottrarre loro spazi di gioco, di autonomia, di gioco, di vuoto che una volta erano ultra-propagandati”.

Cosa è giusto proporre? “Un ascolto delle capacità individuali del bambino, cosa che la scuola non fa sempre- spiega l’esperto- e un’osservazione di quello che il bambino matura nel corso degli anni. Sta quindi alla sensibilità dell’insegnante valutare con attenzione ed equilibrio il rapporto tra svago, sviluppo delle capacità creative e tutto il mondo della didattica. Per questo- tiene a precisare- il corso è rivolto a tutte le figure professionali, compresi insegnanti, educatori, assistenti sociali”.

La seconda parte del corso, della quale si occuperà proprio Michele Oldani, si concentrerà invece “sul rapporto tra un necessario sviluppo dell’individualità del soggetto e il bisogno di integrarsi nel collettivo, la necessaria spinta all’adattamento. Anche questo è un rapporto molto complesso, mutato nel tempo e che muterà ancora, nel quale si gioca tantissimo della vita di ogni soggetto- chiarisce il docente- Attualmente su questo fronte c’è una situazione abbastanza schizofrenica perché, dagli anni ’70 ad oggi, c’è stata una valorizzazione spasmodica della soggettività di ogni ragazzo, che è diventato un soggetto sensibile, un creativo, di ognuno bisognava ascoltare le problematiche e le famiglie hanno portato in palmo di mano i propri figli. Quindi si è chiesto anche uno sviluppo narcisistico ai ragazzi. A un certo punto però- prosegue- a questi ragazzi, ai quali era stato richiesto di far emergere la propria specificità viene richiesto di rientrare nel collettivo e vengono molto criticati perché non hanno spirito sociale, spirito collettivo, impegno politico e sociale. È come se venisse detto loro ‘fai quello che senti’ e poi gli venga detto ‘non sei capace di ragionare in termini collettivi’. È una situazione complicata, anche nella visione degli adulti che non sanno cosa devono chiedere. Siamo- conclude- in un periodo di transizione”.

Qui è possibile trovare tutte le informazioni: https://www.scuolalista.it/la-scuola/corso-biennale-in-psicoterapi a-delleta-evolutiva/; https://www.ortofonologia.it/master-di-eta-evolutiva/