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Di Renzo: “Solo chi ha subito una ferita e ha trovato il modo di elaborarla può guarire l’altro”

Presentato il volume di Riccardo Mondo ‘Il guaritore ferito. Mito e misteri della cura’

Prometeo, il nobile Titano, sfidò la legge di Zeus e subì il suo tremendo castigo: il corpo nudo, esposto alle intemperie ed eternamente dilaniato. Questo il prezzo da pagare per aver offerto soccorso e speranza all’umanità bisognosa. “In tutte le mitologie che lo riguardano, si palesa così il guaritore ferito, l’eroe che con il suo potere taumaturgico soccorre le debolezze umane (…) La conoscenza dell’archetipo del guaritore ferito è necessaria nelle professioni d’aiuto, poiché esso costituisce il modello di ogni rapporto tra terapeuta e paziente”. Così Riccardo Mondo, psicoterapeuta e psicologo analista del Centro Italiano di Psicologia Analitica (CIPA) nonché fondatore dell’ Istituto Mediterraneo di Psicologia Archetipica (IMPA), introduce il tema de ‘Il guaritore ferito’ nell’omonimo libro pubblicato dalle edizioni Magi. Il suo volume è l’ultimo nato nell’ambito de ‘i quadrifogli’, la collana della Magi che raccoglie le riflessioni degli esperti su singoli argomenti.

La collana e il volume a firma di Mondo sono stati presentati nel corso dell’ultimo ‘Venerdì culturale’ promosso dalla Fondazione Mite, in collaborazione con l’Istituto di Ortofonologia (IdO). Un incontro online durante il quale Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie IdO e Luigi Turinese, medico esperto in omeopatia, psicologo analista CIPA e socio fondatore del Centro Studi IMPA, hanno esplorato insieme a Mondo, e alle moltissime persone collegate, il tema del rapporto tra terapeuta e paziente a partire da una riflessione: “Solo chi ha subito una profonda ferita e ha trovato il modo di elaborarla, di superarla, di conviverci, può a sua volta guarire la ferita dell’altro”, sottolinea Magda Di Renzo. Quindi il terapeuta non è un’entità astratta, ma una persona che può comprendere la sofferenza dell’altro nel momento in cui ha affrontato la propria e ha trovato la strada per entrare in contatto con le sofferenze altrui. “La metafora del guaritore ferito trova la sua collocazione in questa dimensione”, dice ancora la psicoterapeuta.

“Il medico dell’anima è spesso idealizzato- evidenzia  Turinese – con tutta la letteratura di area freudiana che concepisce l’analista come uno specchio neutro. Credo che il lavoro di Mondo abbia voluto intaccare anche e soprattutto questo tipo di mitologia idealizzante”.

“Il punto di partenza della mia riflessione- spiega Riccardo Mondo –  sono state due facce della stessa medaglia: la rimozione della metafora del guaritore ferito e il suo abuso. Quindi, da una parte, la rimozione ossia andare in una posizione asimmetrica, sentir parlare del caso clinico come se fosse possibile una trattazione razionale e oggettiva dell’altro, dimenticando che quello che racconto è la trama che io ho costruito. Dall’altra parte c’è il rischio di abusare della metafora facendola diventare un mantello protettivo che ci mette al riparo dalle nostre debolezze. Il guaritore ferito è un essere umano che ha piena consapevolezza delle sue fragilità e cerca di governarle”.